“Ho osservato la vita e preso appunti” il nuovo libro di Antonella Berti

Ciao a tutti, oggi voglio parlarvi del mio libro “Ho osservato la vita e preso appunti”, che rappresenta per me un progetto molto personale. Vorrei condividere con voi un aspetto che mi ha spinto a scrivere questa raccolta di favole psicologiche: la mia esperienza come madre di una bambina che è stata bullizzata a scuola.

Vedere mia figlia soffrire è stata una delle esperienze più difficili della mia vita. Ho cercato di fare tutto ciò che era in mio potere per proteggerla e sostenerla, ma spesso mi sono sentita impotente. Il bullismo a scuola è un fenomeno complesso e difficile da affrontare, e purtroppo spesso insegnanti e genitori fanno finta di non vedere o non sono in grado di fare nulla per fermarlo.

Ho voluto scrivere questo libro perché sono convinta che la lettura possa avere un potere terapeutico. Le storie che ho raccolto in “Ho osservato la vita e preso appunti” parlano di bullismo a scuola, ma anche di altre tematiche che mi stanno a cuore, come l’importanza dell’amicizia, la rinascita dopo la malattia e tanto altro. Ho voluto usare la metafora delle favole per parlare di questi temi in modo coinvolgente e accessibile a tutti.

Il libro è disponibile su Amazon nella doppia versione Ebook e cartaceo. Ho avuto la fortuna di collaborare con mia figlia, Andrea Rulli, una talentuosa graphic designer che ha saputo rendere le mie storie ancora più belle con le sue illustrazioni e la bellissima copertina, ha curato pure l’impaginazione. E poi c’è stata la supervisione di Giuliana Monterisi, che ha corretto i testi ed è stata un valido aiuto.

All’interno ci sono anche le mie poesie inedite dedicate alla mamma e gli aforismi che parlano di amore, umiltà, viaggi, lavoro e divertenti. Il libro l’ho dedicato alla mia mamma Francesca Virgilio Berti, che è stata una mamma meravigliosa.

Spero questa mia pubblicazione, possa essere d’aiuto a chi sta attraversando un momento difficile, ma anche a coloro che vogliono riflettere sulle tematiche più importanti della vita. Se decidete di leggerlo, vi sarei molto grata se poteste farmi sapere cosa ne pensate.

L’8 Marzo le donne e il loro coraggio Riflessione di Antonella Berti

L’8 marzo, festa della donna, è un giorno per celebrare la forza, la bellezza e la passione.

Perché la donna non è solo un essere meraviglioso, ma una forza della natura, un’onda che attraversa il mondo intero.

Non esiste un solo modo di essere donna, poiché ogni donna ha la sua unicità e il suo potere.

Ci sono donne forti, indipendenti e coraggiose, che lottano per i loro diritti, la loro dignità e il loro futuro.

Ci sono donne gentili, amorevoli e generose, che donano la loro vita agli altri, con un cuore grande come il mondo intero.

Ci sono donne creative, ispirate e appassionate, che ci regalano arte, musica, poesia, e ci mostrano la bellezza dell’esistenza.

Ci sono donne che sfidano ogni ostacolo e ogni pregiudizio, che non si arrendono mai, che non smettono mai di lottare per il loro posto al sole.

Ci sono donne che hanno superato guerre, fame e povertà, che non hanno mai perso la loro umanità e la loro dignità.

Le donne sono il cuore del mondo, il motore della storia, l’anima della vita. Sono il futuro, la speranza, la bellezza, la ragione per cui lottiamo e per cui amiamo.

E allora, in questo giorno speciale, vogliamo dire grazie a tutte le donne, a quelle che ci hanno preceduto a quelle che ci seguiranno, perché senza di loro, il mondo non sarebbe mai stato lo stesso.

I potenti della terra e la povertà di Antonella Berti riflessione

Tre miliardi di dollari
spesi per Marte e il suo cielo
si fa poco per i poveri
che soffrono qui, sulla terra.

Le famiglie partono in mare
su fatiscenti barconi di legno
sperando di trovare rifugio
e fuggire dal loro destino.

Ma le onde del mare impetuoso
scagliano le loro tristi vite
e gli uomini che stanno a guardare
non fanno nulla per salvarli.

Non c’è nulla di più crudele
di vedere i bisogni ignorati
mentre i soldi vengono spesi
per raggiungere un altro pianeta.

Forse è tempo di guardare in faccia
la realtà della nostra umanità
e capire che il futuro di tutti
dovrebbe essere la nostra priorità.

I potenti della terra,
che governano con mano ferma,
non si preoccupano della povertà
perché sanno che la possono sfruttare.

Loro non vedono le persone,
ma solo il potere e la ricchezza,
e non si curano delle lacrime
che versano chi è in difficoltà.

Sanno che la povertà perpetua
significa mancanza di potere,
e possono facilmente controllare
coloro che vivono in miseria.

Ma l’umanità non dovrebbe essere
un gioco di potere e controllo,
dovremmo lottare contro la povertà
e aiutare coloro che sono in difficoltà.

Dovremmo essere tutti insieme
e fare la nostra parte,
perché solo così possiamo garantire
che la giustizia e la pace siano arte.

Perché il vero progresso umano
non è misurato dalla ricchezza,
ma dalla cura e dall’amore
che abbiamo per la nostra umanità.


Filastrocca’ Io l’ombrello e un giorno di pioggia’ di Antonella Berti

In un giorno di pioggia e di vento forte,

io mi preparo con l’ombrello preso a sorte,

è verde e giallo, pieno di grazia,

mi proteggerà, dalla tempesta che minaccia.

Ma il vento ulula, la pioggia scroscia giù,

l’ombrello traballa, sempre sempre di più,

provo a tenerlo saldo, con tutte le mie risorse,

ma il vento è forte, e lo porta via come niente fosse.

Sotto la pioggia mi ritrovo in balìa,

senza una meta, senza una via,

ma con la speranza che, con il passare del tempo,

questo temporale si plachi finalmente.

E così attendo sotto la pioggia battente,

senza alcuna protezione soddisfacente,

provo a correre, ma le strade sono scivolose ,

cado per strada con tutte le mie cose.

Allora, decido di fermarmi e di aspettare,

che la pioggia si calmi e il vento cessi di soffiare,

mi siedo su una panchina, e ascolto la pioggia cadere,

il suono è rilassante, che mi fa quasi addormentare.

Poi, finalmente, il vento si placa,

e la pioggia si riduce a una leggera spruzzata,

posso riprendere il cammino, con un po’ di speranza,

ma ricomincia a diluviare e corro a casa, nella mia stanza.

Morale della filastrocca: ‘Nonostante tutto, ho imparato che nella vita, come in una tempesta, ci sono momenti di difficoltà e di incertezza, ma con un po’ di pazienza e di speranza, alla fine arriva sempre la calma. E magari, durante l’attesa, possiamo trovare momenti di tranquillità e di bellezza anche sotto la pioggia. ‘

Milly e Artù Yorkshire Filastrocca di Antonella Berti

Milly e Artù, sono stati i miei figli pelosi, con loro ho condiviso una grande parte della mia vita. Scrivere per me è sempre stato il più grande metodo per vincere il dolore.

Milly e Artù Yorkshire Filastrocca di Antonella Berti

C’era una volta una mamma yorkshire, che aveva un figlio, piccolo come un leoncino, il suo nome era Artù, saltellava come una capra, e la sua mamma lo amava come un tesoro.

Milly era il nome della mamma, dolce e premurosa, che sempre riconosceva il suo cucciolo, non importava quanto fosse irrequieto o vivace, Artù era il suo figlio e lo amava di cuore.

Ma Artù era anche un po’ un birichino, amava rubare i pupazzi e le palle, saltava e correva, veloce come il vento, e sfidava la mamma con mille dispetti.

Milly lo guardava con un sorriso tenero, sapendo che il suo piccolo era un po’ impertinente, ma non riusciva a rimanere arrabbiata, perché Artù era il suo cucciolo, il suo tesoro più grande.

E così la vita continuava, felice e spensierata, tra giochi, coccole e tanto affetto, Milly e Artù insieme, erano una famiglia inseparabile, che con il loro amore, facevano del mondo un posto davvero migliore.

La formichina filastrocca di Antonella Berti

C’era una volta una piccola formica Che andava in giro sempre di
fretta Ma un giorno incontrò una farfalla simpatica Che le chiese di
fermarsi un po’ in fretta.

La farfalla le disse: “O formichina, Non correre sempre in questa
maniera! Prenditi una pausa, riposa un po’ E goditi la vita un po’ di
più!”.

La formica, sorpresa, la guardò un po’ confusa Ma poi sorrise e decise
di fermarsi Perché capì che nella vita c’è anche la bellezza diffusa E
che bisogna prendersi il tempo per ammirarla senza fretta.

Da quel giorno in poi la formica cambiò Non corse più sempre come una
pazza Ma si fermava spesso e osservava intorno a sé Rendendosi conto
che la vita ha una bellezza che bisogna assaporare con dolcezza.

E così questa storia finisce con una morale Che vale per tutte le
creature, grandi e piccole: Goditi la vita, non correre sempre in
fretta E impara a guardare con occhi nuovi la vita.

Una Lucchese a Domenica In da Raffaella Carrà. Il mio ricordo personale Di Antonella Berti

Apprendere la notizia della scomparsa di Raffaella Carrà, mi ha particolarmente colpita, come a milioni di persone.

In ogni social, leggo parole bellissime nei suoi riguardi e proprio oggi, il suo passaggio dai luoghi dove in Rai ha realizzato i suoi programmi, applausi e sincero affetto da tutti.

Voglio ricordare quando ho avuto il piacere di conoscerla e partecipare nel 1986 a Domenica In, all’epoca condotto da lei. Un’emozione indescrivibile per due motivi, primo perché una mia canzone dal titolo Ti Dirò, la prima scritta totalmente da me, sia testo e musica fu scelta per partecipare nello spazio Canzone In, rivolto a tutti i nuovi autori, la maggior parte delle mie canzoni, ho scritto i testi ed essere scelta, fra migliaia di canzoni fu una bella soddisfazione e in più, c’era lei, un mito da incontrare.

Mi arrivò un telegramma che mi invitava a partecipare alla trasmissione domenicale, seguita da milioni di telespettatori, in Via Teulada 66. Roma.

Al mio arrivo, nella sede Rai, migliaia di persone volevano entrare e mi tiravano chiedendomi di dire che erano con me, la ragione è che a quella puntata partecipavano i Duran Duran.

Entrai dopo avere dato il mio nome, e Pino Caruso, l’attore e comico mi vide passare con la mia valigetta, subito da vero gentiluomo, mi prese la valigia e mi accompagnò nel camerino.

Le canzoni che partecipavano, venivano cantate da Gianni Nazzaro e gli arrangiamenti erano del maestro Danilo Vaona e suonata dall’orchestra Rai diretta da lui. La scaletta della trasmissione era lunga e in un momento, l’unico registrato in cui La Carrà cantava, le permetteva di cambiarsi d’abito.

Aspettavo nei corridoi impaziente insieme ad altri e mi misi a chiacchierare con un bellissimo ragazzo straniero che per fortuna parlava pure in Spagnolo. Dopo un po’ mi resi conto che era uno dei componenti dei Duran Duran…

In quel cambio d’abito Raffaella passò e mi disse se ero uno degli autori che partecipavano. Nel suo percorso mentre rientrava negli studi, era seguita da almeno 5 persone che la trattavano come una vera regina.

Arrivò finalmente il momento tanto atteso e la mia canzone risultò vincitrice della puntata, attraverso le votazioni da casa con l’accensione delle luci. 3.840.000 voti, un successo strepitoso che mi avrebbe riportata a partecipare nuovamente ad una prossima puntata.

Raffaella fu molto carina e si complimentò anche del fatto che una ragazza aveva scritto da sola la sua canzone, all’epoca le donne cantautrici erano davvero poche. Quando rientrai a Lucca mi accolse una bellissima festa organizzata dalla mia famiglia e la cosa che dissi era che avevo incontrato una grande professionista e una vera Regina.

Questo bellissimo ricordo lo porto da sempre nel cuore e ho sempre portato nel cuore pure questo mito che ha saputo anche questa volta sorprenderci.

Ricetta impasto per pizza,calzone e pasta fritta di Antonella Berti

Nel corso degli anni ho provato tanti impasti e farine da utilizzare.

In cucina si fanno tanti “esperimenti”, fino a quando non si trovano ricette che ci soddisfano.

Oggi vi parlo della mia ricetta che uso per la pizza, il calzone ma pure per la pasta fritta.

Noi a casa siamo in due e quindi riesco a fare con questo quantitativo varie cose.

Considerate che per una pizza dimensione piatto si usano 200 grammi d’impasto.

La lievitazione lunga è importante per tanti motivi, innanzi tutto per la sua digeribilità e sapore. Si userà pochissimo lievito.

Ingredienti per l’impasto

450 g Farina 0 di semola integrale rimacinata

245 g farina 00 bio

15 g di sale

2 grammi di lievito secco

mezzo cucchiaino di zucchero

425 ml di acqua

Procedimento

Lievito se usate il secco come ho fatto oggi va riattivato, l’acqua usatela leggermente tiepida, unite il lievito e il mezzo cucchiaino di zucchero. Una bella girata e aspettate un paio di minuti.

Nella ciotola versate l’acqua e piano piano incorporate la farina. Nella prima fase io uso una semplice forchetta, quando sarà stata incorporata metà della farina. È il momento di aggiungere il sale e di completare l’impasto con le mani.

Coprite per un’ora con un tovagliolo. Dopo la prima ora, coprite la ciotola con la pellicola e ponete l’impasto in frigorifero almeno 15 ore. Prima di utilizzarlo e dividerlo in panetti da 200 grammi cadauno, l’impasto deve stare almeno 4 ore fuori dal frigorifero.

Adesso è pronto per il suo utilizzo.

Pasta fritta stendete con il mattarello una parte dell’impasto e poi tagliate a strisce grossolane e friggete in abbondante olio bollente.

Pizza teglia rotonda carta forno sotto Forno a 250 gradi ben caldo prima di mettere in forno, cottura almeno 7 minuti e poi mettere da ultimo la mozzarella e un attimo in forno

Condite a piacere.

Calzone stendete alto l’impasto con le mani e farcite non troppo perché il contenuto non esca. Io ho cotto in forno però potete pure fare piccolo calzoni fritti.

Befanini lucchessi o befanotti di Antonella Berti

I befanini o befanotti lucchesi, sono dei deliziosi biscotti di pasta frolla aromatizzati, si fanno pure in altre città toscane solo nel periodo delle feste di Natale, che precedono l’epifania, a Lucca invece, si trovano tutto l’anno in forme diverse, in base all’occasione.

Vi do la mia ricetta, considerando se usate metà farina, si dimezzano tutte le dosi.

Quando li faccio, uso sempre un kg di farina, innanzi tutto perché amo pure regalarli e poi sono biscotti che si conservano, anche se devo dire che a casa, durano veramente pochi giorni, li avevo preparati prima di Natale ed ho dovuto rifarli, per averli appunto per l’epifania.

Ingredienti e dosi

1 Kg di farina 00

350 g di zucchero

300 g di burro

2 cucchiaini di estratto di pasta di vaniglia

4 uova Bio 2 si usano intere e 2 i tuorli e la chiara si userà per spennellare i biscotti

1 fialetta di essenza di limone o di essenza di arancia (si può usare in sostituzione la buccia di un limone Bio fare attenzione a grattugiare solo la scorza e no il bianco)

la buccia grattugiata di un mandarino e il suo succo

2 cucchiai di olio EVO

1 bustina di lievito per dolci vanigliato e 1 bustina di ammoniaca per dolci che renderà i biscotti belli frollosi

10 g di liquore che può essere il sassolino o la sambuca. Io negli ultimi fatti a casa avevo il mio limoncello, C’è chi ama mettere il Rum. Tranquilli perché essendo pochissimo, i bambini possono mangiarli tranquillamente.

Per il decoro codetta colorata e l’albume che avete conservato

PROCEDIMENTO

Fare ammorbidire il burro a temperatura ambiente e unirlo allo zucchero.

Unire tutti gli ingredienti liquidi, olio, uova, fialetta di essenza (o buccia grattugiata) i 10 g di liquore, il succo del mandarino e l’estratto di pasta di vaniglia.

Piano piano unire la farina (setacciata), alla quale avrete unito le bustine di lievito e ammoniaca per dolci. Impastatati fino a quando il composto non sarà una pronto.

Accendete il forno io uso forno ventilato a 180°

Ne frattempo mettete l’impasto in frigorifero a riposare per almeno 30 minuti, tempo necessario per fare scaldare il forno.

Per le formine sbizzarritevi con le forme che amate di più.

Spianate l’impasto una volta trascorsi i 30 minuti, risulterà morbido, alto almeno 5 mm

spennellate con la chiara dell’uovo e decorate.

Una teglia con della carta forno dove andrete a disporre i biscotti equidistanti.

8 minuti esatti. Fateli raffreddare e Buon appetito